Descrizione
E’ questo un libro, testimonianza di vita, molto duro. Verrebbe d’istinto censurarlo, ma io credo non sia necessario. Perché?
La stesura del libro è dettata dalla sofferenza e dalla rabbia e a tratti è volgare. Tratta di un’esperienza di vita. C’è l’anima di un essere umano che grida “aiuto” e sottolinea che, attraverso il suo soffrire, molte volte ingiustamente, la nostra società per molti aspetti è incivile, cattiva e priva di tanti sentimenti, soprattutto morali, equilibrati e giusti.
Un libro che Tuccio scrive per avere sollievo e voce, e nel quale la sua anima trova ristoro spirituale. Un libro verità, forte nello sfogo, che mette in luce la personalità dell’autore, profonda e sensibile, ma anche fragile e impulsiva. Un libro che cerca inesorabilmente di rigenerare un nuovo cammino di vita e che, certamente, vuol dare all’autore stesso un importante riscatto morale.
“Lo avevo letto da qualche parte, viaggiare è più bello che arrivare, battersi è più bello che vincere.
Quando si arriva o si vince lo scopo è finito, bisogna rimettersi di nuovo in marcia, battersi di nuovo, insomma riniziare tutto da capo.
Già viaggiare è più bello che arrivare. Ma battersi per chi? Perché?
Fuori era ottobre, un cielo d’inverno, un’afa d’estate, Mara stava seduta sopra una pila di libri di fronte al grande camino intenta a colorare e correggere il suo diario di poesie affinché nascesse il primo libro. …”
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