Descrizione
E i popoli si sparsero nel mondo…
E da quel giorno siamo migranti di un esodo biblico che ancora continua all’infinito.
Dalla Mesopotamia si è sprigionata questa massa di gente di ogni colore, di ogni tribù, di Cam, Sem, Jafet, bianca, gialla o nera, lungo camminamenti e rotte verso un ignoto da scoprire e abitare, far nascere nuovi popoli, genti, nazioni.
Genti create da un unico Dio, divise e sparse per il mondo.
Genti che cercano, scoprono, genti che non si pongono limiti, che scavalcano barriere, oltrepassano lo spazio fuori di noi, si avventurano nell’infinito sconosciuto.
È l’essenza intrinseca dell’uomo, la scoperta, il viaggio, il sogno.
Tutti omines, gentes, popoli racchiusi in etnie, tribù, clan,
famiglie, lobby, tra ricchezza e povertà.
Migranti, omines in perenne navigazione, viaggi reali e virtuali, viaggi esistenziali, viaggi nell’inutile etere, alla ricerca dell’inutile vita.
E tenta Roberto, attraverso la magia di un segno, di rinchiuderli nei suoi cartoni protettivi, di modificarli,
ora dandogli vita come migranti alla ricerca di uno spazio vitale o come indistinte genti che si aggregheranno in un microcosmo esistenziale di pochi uguali o nella moltitudine distinta dei troppi diversi.
Lui, Roberto Cau, il pittore sognatore di un mondo di eguaglianza sociale, sogna genti che possano vivere in pace, tra altruismi e slanci d’amore, in una sorta di socialismo pittorico, ma ahimè, la mano traccia segni di realtà, quella che preme nella quotidiana diseguaglianza di anime, una fila, un’aggregazione, una massa amorfa di perdenti, di vinti, senza più speranza, sogni, illusioni. Senza vita. Domenico Cugusi
Recensioni
Ancora non ci sono recensioni.