Descrizione
Le sue liriche, allora azzardate, oggi non possono che essere un colorato tassello della letteratura arborense, e come ci illustra nella interessante introduzione il dott. Giancarlo Fantoni, gli oristanesi non devono dimenticare il caro prof. Salvatore Baldino.
Il suo tentativo tutt’altro che “mediocre” ci pare riuscito nell’uso delle forme metriche più moderne senza far violenza alla proprietà e musicalità del suo sardo-logudorese. Aspetto che meriterebbe un approfondimento particolare in seguito a una lettura attenta delle traduzioni.
Il poemetto “Sa Giorronada ‘e Conch ‘i attu”, in vernacolo cabrarese, nel 1957, doveva averlo già preparato, dal momento che nel secondo risvolto di copertina di “Lyrica sarda noa”, lo annuncia dicendo: “chi trovasse deprimente queste liriche può rifarsi con il poemetto “Sa giorronada ‘e Conch’i attu” invernacolo cabrarese di Ignoto da Cabras”.
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