Descrizione
Storie quasi vere, scritte, raccontate in questo mondo lontano dove il tempo scorre lento al caffè, tra un tè alla menta e una sigaretta, all’ombra di una palma cercando frescura, dove i vecchi sono abituati al racconto verbale: parlano, raccontano, comunicano con la parola, con le stagioni; il vento il sole la luna, «senza televisione» aspettando il cambio naturale. Parlano, parlano dei fatti della vita dominata dal padrone, dal potere e dal suo volere, dove la macchina è uno strumento visto con diffidenza e la sua utilità dominata da chi sa leggere. I sentimenti sono guidati dalla tradizione e dal costume locale. Il vecchio è la sapienza, l’esperienza regalata dal tempo, dagli anni. Ancora vige la sottomissione al volere del più anziano che racconta il suo sapere, la religione, il sacro, che spiega e trasmette per sentito dire, interpretando i valori del libro sacro, senza comprendere il senso vero universale della religione. Queste sono le vere ragioni di un mondo tribale lontano dalla realtà di oggi, dove ancora per gli europei.
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